giovedì 25 settembre 2008

HEAD OF WASTE E CALZA DELLA BEFANA...

...con questo voglio dire che il post sarà di contenuti vari, come appunto la calza dove ci si trova di tutto: caramelle, carbone zuccherato, cioccolatini, giocattoli e chi più ne ha più ne metta. Però sarebbe bellino fare come nei paesi anglosassoni dove si continua a riempire la calza anche per gli adulti, certo con roba meno induci-carie che per i piccini. All'amico Nick infatti (omonimo di Claus) vengono messe le cose più disparate: livelle da muratore, set di chiavi e cacciaviti con manico a L per i posti angusti nella barca, gadget spiritosi, pistole che sparano pallottole di patata (poco costose ma attenzione agli occhi comunque!), Crackers natalizi, che sono delle speci di grosse caramelle di carta stagnola che se gli tiri l'estremità fanno BANG" e dentro trovi la sorpresa. Nell set di qualche anno fa c'erano 7 trombettine, una per ciascuna nota musicale, le corone di carta dorata e gli spartiti musicali di carole natalizie. Dopo la cena -e molto vino- ci siamo messi le corone in testa e con LFS che dirigeva abbiamo eseguito We wish you a Merry Xmas in interurbana con l'Inghilterra per far sentire a colui che aveva mandato il regalo, come eravamo già bravi. Proprio divertente.

Non so come sono arrivata così presto al Natale, io che non lo amo. Volevo parlare della mia amica Karen che ha un titolo professionale che mi fa impazzire di invidia. Lei è HEAD OF WASTE ovvero Capo dello Spreco, Capo dei Rifiuti, Capo della Monnezza. Seppure io capisca non sia un titolo ambito da molti, per me, questo titolo così succinto e senza fronzoli è il massimo. Fa capire che la persona che ha questo titolo è una persona che non si perde in ciance, è sicura di , non ha bisogno di imbellettare la sua carica, sa di gestire pattume ma lo fa con autorità. Se poi guardiamo al titolo di sbieco, potrebbe anche significare che è la più Grande Sprecona dell'Universo ma è proprio quest'ambiguità che mi fa impazzire di gelosia.
Le ho chiesto se ha un "badge" un distintivo con la carica scritta ben chiara (in carattere "sans"serifs naturalmente!) e mi sono messa ad immaginare uno stemma per il suo ruolo (nel caso ce ne fosse bisogno, non si sa mai) . Un barattolo di vernice spray incrociato ad una batteria d'automobile; una bottiglia di plastica in un campo (termine araldico per indicare lo sfondo) di tappi di bottiglie; una lattina con un teschio e una bella X sopra, oppure una maschera da gas con i buchi neri degli occhi che possono celare chissà chi oppure nessuno...

Insomma ci sono andata a festa con questo titolo, e se trovassi la maglietta mannaggia... sai che sballo la scritta HEAD OF WASTE sulle poppe!?
Oh, se me la fate per il mio compleanno a Ottobre sono la vostra più fedele Ignominia... Media o Large grazie. Small mi distorce la parola Head e Waste... ;-)

Il magnete che ho sul frigo che mi regalò K a SF rappresentava un simpatico bidone di rifiuti metallico con un sorriso che diceva : MY WASTE IS TOXIC FREE ovvero: la mia immondizia è priva di prodotti tossici... Una certezza quella non certo applicabile all'immondizia Italiana (vai a chiedere ai Napoletani..) dove si di tutt'un'erba un fascio e con gli avanzi del pollo trovi acido da batteria, vernice con o senza piombo, medicinali, prodotti per la pulizia del forno etc.
E che ne vuoi fare altrimenti imbottirci il materasso? E' no perché se nessuno fa la raccolta differenziata per 'sti prodotti mi dici tu dove li mette uno? Non disperdere nell'ambiente non basta; dimmi dove lo posso buttare.
E'vvero che il modo in cui ricicliamo carta e plastica mi da da pensare perché mica sono convinta che li riciclino davvero! Le solite leggende urbane che che circolano come verità di bocca in bocca riportano che "qualcuno" di cui non si sa mai il nome perché vive chissà quanto lontano dalle nostre immediate realtà, ha visto "con i suoi occhi" scaricare tutti prodotti che noi abbiamo fatto tanta fatica a tenere distanziati -(tenete la Plastica lontana dal Cartone altrimenti fanno sesso e ne viene fuori, chessò, la Treccani laminata?) - riversandoli nello stesso contenitore destinato ai forni. Orriccio e Raccaprore!
Certo che se fosse così uno avrebbe diritto di lasciargliela davanti al portone di casa di quello responsabile la propria monnezza. Non solo magari anche farne un falò dopo che il mucchio è bello consistente. A SF ricordo che lessi che il sindaco di una County di quelle parti si vide scaricare sotto casa proprio la monnezza di tutti quelli che, stufi di vederla in giro per le strade, lo accusavano di non fare abbastanza per risolvere il problema con i netturbini... Come si risolse velocemente la cosa dopo ciò!

Lamentele a parte, mica vogliamo sempre lamentarci? Beh l'ultima è questa. Non posso fare nomi perché non avendo trovato menzione del fatto sul web, è probabile che sia ancora hush hush (segreto) ma l'ufficio commissionario Fiorentino più vecchio (aperto nel '39), più grande (grande), più prestigioso (se dico chi rappresentava uno capisce... masesiamoin2aleggeressto Blog? vabbè non posso rischiare), un colosso dell'esportazione di moda, fagocitato a suo tempo da una grande corporazione USA (di nuovo I can't say) chiude.
L'ufficio mi vide lavorare come segretarietta nei fatidici anni 80, per un periodo che a mia memoria mi sembra di anni ma che sul libretto di lavoro risulta essere stato un misero annuccio, dopodiché l'America (bei tempi quelli, andavo in ufficio ancora col vestito nero sexy da disco della sera prima e poi rincoglionita dal sonno non facevo che dattilografare lo stesso ordine, in tripla copia, col colo aiuto di barili di bianchetto per le correzioni. Si usava il telex allora e la sera avevi una sfilza di messaggi in codice - cdc per il telex su stelle filanti di carta piene di buchini).
L'ufficio aveva un salone affrescato spettacolare che guardava su una delle più centrali strade di Firenze, e
crescendo con gli anni si era fagocitato gran parte del palazzo, per poi strabordare in vari uffici distaccati dei paraggi che eventualmente furono riuniti in un centro contabile di grandezza pari a quella dell'ufficio madre. Aveva un'ingresso con una scala di marmo e affreschi che la Vanda Osiris non ci sfigurava. Noi che scendevamo cianando per il caffè delle 10:30 non potevamo competere.... e manco ci provavamo.
Solo pochi anni fa fecero un completo "rehaul" (un termine che significa rinnovo ma che ti da proprio l'idea che uno ribalti, metta sottosopra ) del piano nobile (che aveva la sua cappelletta privata di fronte al centralino, come per dire "mentre aspetti la tua Market Representative, una preghierina....?)
Cosa devono aver speso non lo immagino nemmeno ma vidi i lavori in corso che comprendevano il rialzo dei pavimenti per eliminare i dislivelli e per permettere tutta l'infrastruttura tecnologica di passare sotto ai piedi. Via tutti i vecchi computer; via tutti i vecchi tavoli; sedie; matite; penne; via via via ammucchiato nell'androne e chi voleva, poteva richiedere il permesso di portarsi via "per ricordo"il vecchio tavolo, la vecchia sedia con la forma del proprio sedere o i propri gomiti (scavati a "struscio" anno dopo anno di fedele diligenza).
Ne risultò un'ufficio molto "corporate" con le luci ben disposte, quadri di gusto sulle pareti (investimenti oculati ovviamente), tavoli extra extra large per le stanze da conferenza, tutto molto bello. Ricordo la coffee room, o stanza dove poter mangiare se te lo eri portato da casa, aveva una parete a scaffali dove c'era una libreria con libri, veri, in Inglese, che uno poteva prendere in prestito. Ma nessuno che io sappia si sentiva molto a suo agio lì, non si poteva cianare e cazzeggiare liberamente, lamentandosi delle direttive USA, con quei faretti che ti facevano cadere la luce dal soffitto tipo "interrogatorio dell' FBI". Beh bisogna che ora vada a fare qualche foto a 'sto posto prima che lo chiudano... per ricordarmi quello che presto non ci sarà più. ...another one bites the dust.... Ma che tristezza per quelli che erano a pochi dalla pensione, quelli che avevano lavorato solo lì... e che non si erano riservati la vecchia sedia manco-girevole da mettere in salotto, per ricordo...

Nessun commento: