giovedì 25 settembre 2008

Magagne cinematografiche

Ieri sono andato al cinema, primo spettacolo serale, ultimo giorno di proiezioni, saletta microscopica, per vedere "Pranzo di ferragosto", che mi è piaciuto solo un po'. Bella l'idea delle attrici non professioniste, ma a volte mi pare che il film soffra molto proprio per questo. Comunque bell'esperimento.

Ma più del film ho sofferto io e non per una regia alquanto balenga della mia vita o per l'interpretazione dei miei sogni che non riesco mai a decifrare.

No, ho sofferto per un terzetto di T... maiuscole che mi sedevano accanto che hanno parlato tra loro tutto il tempo scassando così tanto la minchia che le volevo picchiare. Ho provato a zittirle, ma loro imperterrite se ne sono fregate: anzi dubito che mi abbiano sentito in assoluto. Avessi avuto un lanciafiamme le avrei arse vive come si faceva da piccoli con le formiche. Avessi avuto una mieti-batti le avrei imballate in un comodo triangolo di fieno, impilate in un cassone da trasporto e spedite a sfamare le vacche congolesi. Avessi avuto un'agenzia di viaggio le avrei invitate ad un tour senza ritorno verso la foresta Amazzonica.

E pensare che prima di finire vicino a loro, ma neanche tanto vicino in verità, mi ero già allontanato da un'altra coppia che pensava ai cazzi propri, rideva a sproposito, pomiciava rumorosamente e lui ogni tanto si alzava per andare a rispondere al cellulare nel corridoio d'ingresso alla sala. Il suo "Pronto? " rimbombava per tutta la sala...

E poi dicono che la gente non va più al cinema: le sale sembrano diventati dei salotti, cioè sembra che la sera vai in casa di qualcuno che ti ha invito a veder il filmino delle vacanze, con cantucci e vinsanto. Lì sì che i commenti diventano necessari per sopravvivere alla noia e allo sconforto di vedere 500 foto, una via l'altra, di paesaggi che se non li hai scelti per le TUE di vacanze, ci sarà pure un motivo? Non sembra affatto che vai al cimena per assistere ad uno spettacolo dopo esserti alzato dal divano di casa, vestito, preso anche un po' di freddo anticipato, pagato anche un C... di biglietto, non sempre economico. Gesù che rabbia!

La mia tentazione sarebbe quella di prendere a martellate non i cellulari, ma le teste di chi li usa durante le proiezioni. Boing! Che fai rispondi? Allora prendi queste: Boing, boing, boing! Skiach! (era il telefonino).

E non mi si venga a dire che la gente può avere delle urgenze, delle reperibilità da rispettare: se hai delle urgenze, al cinema non ci vai! Vai in pizzeria e fai il cazzo che vuoi: se ti chiamano ti alzi, paghi il conto e liberi il tavolo per il prossimo cliente. Gli fai pure un favore. Se sei reperibile, stattene a casa come da contratto, magari fai pure un po' di ginnastica sexy e così non frantumi i cabasisi a chi ha pagato per starsene in pace.

Qualcuno dice che queli che rispondono al telefonino nel buio della sala potrebbero essere dei medici. A parte il fatto che non ho mai visto tanti medici in giro e molti di questi avevano un'età variabile dai 20 ai 25 anni; ma se fossero pure medici, vogliamo fare una cosa? Mi date la possibilità di dirvi due parole signori dottori, se davvero siete voi a disturbare nelle sale, cosa che non credo? Bene, se siete reperibili, cioè se avete una mandria di madri che stanno lì lì per sgravare all'unisono sotto l'influsso di una luna malefica; se avete la paziente centenaria che sta più di là che di qua, oppure se site in attesa di un cuore da Huston, Texas, per un trapianto e l'Alitalia non può atterrare per nebbia a Fiumicino, e giustamente non vi sentite di lasciare il telefono a casa o di spegnerlo; o ancora se avete il direttore della banca che vi deve accettare la domanda del mutuo in preda ad una crisi emorroidale con perdite ematiche; bene se queste sono le cose che vi angustiano, volete per favore affittarvi un dvd e starvene a casa vostra?

Ma se invece non siete medici, e lo so che siete voi la quasi totalità dei maleducati al cinema, ma semplici scassa marroni da strapazzo che non possono isolarsi dal mondo nemmeno un paio d'ore di sera, o non riescono a mantenere il sacro silenzio che tanto bene fa all'anima e corpo, bene, fate un favore a voi stessi: state lontani dalle sale, perché prima o poi vi capita vicino quello che è più stressato di voi e vi CORCA di LEGNATE e vi fa neri come il buco del culo delle vacche. Antro che son certo non vi sia estraneo perché io vi ci ho spedito col pensiero così tante volte, che avete fatto tutto il tour andata e ritorno dallo sfintere alla bocca del ruminante.

Quindi, se passeggiando per la città per lo struscio serale o per un aperitivo all'aperto, o se andando in pizzeria trovate quattro donne ed un mandrillo spiritoso che puzzano lievemente di stalla, ecco, sappiate che sono loro i miei compagni di proiezione.

Non è detto che siano insieme, magari viaggiano separati. Ma sono loro.

Dei cafoni disturbatori.


Riciclate gente, riciclate, anche i modi maleducati: non vanno più di moda.

Nessun commento: